Arriva il bando Luoghi (non) comuni: 3 milioni di euro per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale delle province di Padova e Rovigo riattivando spazi dimenticati o sottoutilizzati. Scopri i dettagli e come partecipare.
Luoghi (non) comuni. Si chiama così il nuovo bando della Fondazione studiato per
valorizzare il patrimonio culturale e ambientale delle province di Padova e Rovigo, riattivando e dando nuova vita a spazi attualmente dimenticati o sottoutilizzati.
Facendo tesoro delle esperienze pregresse, il bando Luoghi (non) comuni si inserisce in tre delle sette linee d’intervento della Fondazione: partecipazione alla vita culturale, tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico.
Un approccio multidisciplinare che intende rispondere alle sfide di un contesto socio-culturale sempre più complesso, che richiede soluzioni innovative e di pari complessità.
L’obiettivo del Bando
Con un plafond di 3 milioni di euro, l’obiettivo del bando è quello di sostenere progetti che puntino sulla maggiore fruizione e valorizzazione di beni culturali e/o ambientali, promuovendo al contempo attività di sensibilizzazione presso le comunità coinvolte, grazie alla sinergia tra soggetti pubblici e privati.
Potranno essere presentati progetti che:
- potenzino l’attrattività e la fruibilità di beni culturali, ambientali e di spazi sottoutilizzati di proprietà pubblica;
- rafforzino l’identità delle destinazioni;
- coinvolgano le comunità locali in una logica di co-progettazione.
A chi è rivolto
La partecipazione al bando è riservata a partnership costituite da Enti Pubblici (a titolo esemplificativo Comuni, Unioni di Comuni, Province, Enti di natura Pubblica Strumentale) ed Enti del Terzo Settore, aventi sede legale o operativa nelle province di Padova e Rovigo.
Il bando si sviluppa in due fasi. La scadenza per la presentazione delle domande alla prima fase è fissata alle ore 13.00 del 14 ottobre 2024.
Il bando Luoghi (non) comuni rappresenta un’opportunità di crescita preziosa per lo sviluppo del nostro territorio e di chi lo abita. Quando le comunità iniziano a percepire i propri spazi fisici come “luoghi di partecipazione”, ciascun cittadino può sentirsi custode dell’inestimabile capitale culturale e ambientale che rende unico il nostro Paese.
– Gilberto Muraro, Presidente Fondazione Cariparo