La Fondazione Cariparo annuncia il suo sostegno al rivoluzionario progetto dell’Azienda Ospedaliera di Padova per la cura del diabete di tipo 1. Un progetto da 1,4 milioni di euro che la Fondazione sostiene con 770 mila euro.
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Un progetto, unico in Italia, che durerà 3 anni e con un obiettivo ambizioso: rendere liberi dall’insulina e dalle terapie anti rigetto le persone affette da diabete di tipo 1.
Parte, infatti, il progetto di ricerca dell’Azienda Ospedaliera di Padova che con 1,4 milioni di euro, di cui 770 mila euro sostenuti dalla Fondazione Cariparo, si propone di rivoluzionare la vita dei pazienti affetti da diabete di tipo 1.
Abbiamo scelto di sostenere con convinzione questo progetto per le molte ricadute positive che potrebbe generare nella cura del diabete di tipo 1, il cosiddetto diabete giovanile. Tra tutte, penso alla riduzione degli effetti collaterali dei farmaci somministrati e all’estensione del numero di soggetti trapiantati, in special modo in una fascia fragile che è al centro di molte iniziative che la Fondazione sostiene: i pazienti pediatrici.
– Gilberto Muraro, Presidente di Fondazione
Un progetto rivoluzionario
Il progetto mira a guarire il diabete di tipo 1, eliminando la necessità di insulina e farmaci immunosoppressivi. Saranno in particolare le terapie anti rigetto le protagoniste della nuova avveniristica procedura, in quanto, contrariamente a quello che avviene ora, verranno “microincapsulate” al momento dell’impianto, in modo da renderle inattaccabili dal sistema immunitario, scongiurando appunto il rigetto senza dover ricorrere ai farmaci immunosoppressivi che provocano vari effetti collaterali, per esempio infezioni e rischio di neoplasia.
La durata prevista è triennale, con il primo trapianto previsto per il 2026. L’ostacolo da superare sarà il rigetto da parte del sistema immunitario dopo il trapianto di isole pancreatiche. Per superare l’ostacolo il centro regionale per la terapia cellulare di Padova, con a capo la professoressa Lucrezia Furian, sta studiando dei modi per aggirare il problema “ingannando” il sistema immunitario con l’utilizzo di un biomateriale polimerico che permette il passaggio di zuccheri, nutrienti e ossigeno, ma blocca gli anticorpi responsabili del rigetto.
Questo progetto rappresenta una nuova frontiera nella cura del diabete di tipo 1, con l’obiettivo ambizioso di migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.