La mostra Henri Cartier-Bresson e l’Italia ha chiuso i battenti con un record straordinario, diventando la mostra fotografica più visitata di sempre a Palazzo Roverella. Il risultato supera il precedente record della mostra di Robert Doisneau nel 2021.
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A Palazzo Roverella, la straordinaria esposizione Henri Cartier-Bresson e l’Italia chiude con numeri da record.
Dal 28 settembre 2024 al 26 gennaio 2025 la mostra ha decorato le sale di Palazzo Roverella con le immagini di uno dei più grandi fotografi del XX secolo.
Curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini, la mostra ha registrato 37.159 visitatori, battendo il precedente primato detenuto da Robert Doisneau – che nel 2021, con tre settimane di apertura in più, aveva registrato 35.612 presenze – e diventando così, la mostra fotografica di Palazzo Roverella più visitata di sempre.
L’esposizione ha saputo coinvolgere il pubblico fin dall’inaugurazione, con una crescita costante e impressionante che, nell’ultimo giorno di apertura ha visto oltre 1.400 persone visitare le sale del Roverella, affrontando lunghe code pur di ammirare le opere del grande fotografo francese.
Il grande successo della mostra è merito non solo all’attrattività di Henri Cartier-Bresson, uno dei fotografi più influenti del XX secolo, ma anche della crescente reputazione di Palazzo Roverella come una delle più importanti sedi espositive italiane per l’arte e la fotografia.
Grazie al costante impegno della Fondazione Cariparo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, Palazzo Roverella è ora considerato una delle più prestigiose sedi espositive in Italia.
L’imminente mostra Hammershøi e i pittori del silenzio – dal 21 febbraio al 29 giugno 2025 – promette di continuare questa tradizione di eccellenza espositiva.
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Pioniere del fotogiornalismo
Henri Cartier-Bresson, nato nel 1908 a Chanteloup, Francia, cresce in un ambiente che favorisce la creatività. Studia pittura nell’atelier di André Lhote e frequenta i circoli surrealisti di Parigi. Durante un periodo parigino, scopre la fotografia e acquista una Leica 35 mm, iniziando a immortalare momenti di vita quotidiana. Dopo il ritorno in Francia nel 1937, si dedica al fotogiornalismo e co-fonda l’agenzia Magnum Photos nel 1947. La pubblicazione di “Images à la Sauvette” nel 1952 consolida la sua fama. Cartier-Bresson ha un profondo legame con l’Italia, iniziato nel 1932 e durato fino al 1973. I suoi viaggi nel Belpaese offrono un palcoscenico straordinario per la sua evoluzione artistica. Nel 2000, fonda la Fondation Henri Cartier-Bresson con la moglie e la figlia. Muore nel 2004, ma la sua eredità vive attraverso le sue immagini e il suo contributo all’arte della fotografia.