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Henri Cartier-Bresson: l’Italia attraverso l’obiettivo del maestro

Dal 28 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, Palazzo Roverella a Rovigo ospiterà la più grande mostra monografica italiana dedicata a Henri Cartier-Bresson. Curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini, un’occasione imperdibile per scoprire il rapporto tra colui che è stato definito “l’occhio del secolo” e l’Italia.
Henri Cartier-Bresson, Siena, 1953 © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Dopo l’esposizione su Robert Doisneau, Robert Capa e Tina Modotti, le porte di Palazzo Roverella si aprono per un nuovo appuntamento con la grande fotografia internazionale.

Henri Cartier-Bresson e l’Italia, a Palazzo Roverella, dal 28 settembre 2024 al 26 gennaio 2025.

La mostra, promossa dalla Fondazione Cariparo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino ed esplora il profondo legame tra il celebre fotografo francese e l’Italia. Attraverso circa 200 fotografie e numerosi documenti, l’esposizione ripercorre le tappe di un rapporto iniziato negli anni Trenta e proseguito fino agli anni Settanta.

Un viaggio fotografico tra tradizione e modernità

Henri Cartier-Bresson (1908-2004) ha sviluppato un profondo legame con l’Italia, un paese che ha esplorato e immortalato in diversi momenti della sua carriera, rivelando l’essenza della sua cultura e delle sue tradizioni attraverso il suo inconfondibile obiettivo.

Il rapporto inizia negli anni Trenta, quando visitando il paese in compagnia di amici artisti, produce alcune delle sue prime immagini iconiche. Negli anni Cinquanta, decide di tornare per documentare la vita rurale in Abruzzo e Lucania, affascinato dalle sfide sociali e culturali che queste regioni rappresentavano. Successivamente, realizza numerosi reportage nelle città di Roma, Napoli, Venezia, e sulle isole di Ischia e Sardegna, catturando momenti di vita quotidiana e le trasformazioni post-belliche dell’Italia.

Un legame, quello tra il grande maestro francese e il Belpaese, che si consolida con i suoi ultimi lavori negli anni Settanta a Matera, dove le sue fotografie riflettono il contrasto tra modernità e tradizione.

Un rapporto intenso e duraturo ha permesso a Cartier-Bresson di lasciare un’impronta indelebile nel panorama della fotografia italiana.

Henri Cartier-Bresson, Torcello, 1953 © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

L’Italia di Henri Cartier-Bresson

Palazzo Roverella ripercorrerà in ordine cronologico le tappe dei numerosi viaggi in Italia di Cartier-Bresson, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva, un viaggio che va ben oltre le fotografie stesse.

Oltre alle 200 fotografie, opere vintage provenienti dalla Fondation Cartier-Bresson, infatti, i visitatori avranno l’opportunità di scoprire numerosi documenti – giornali, riviste, volumi, lettere -, di un rapporto iniziato prestissimo, già negli anni Trenta, e proseguito sino al momento in cui Cartier-Bresson ha abbandonato la fotografia, negli anni Settanta.

E non finisce qui. Palazzo Roverella ospiterà anche eventi speciali legati alla mostra offrendo ai visitatori l’opportunità di approfondire la vita e l’opera di Henri Cartier-Bresson, aprendo un dialogo tra esperti e appassionati di fotografia.

Un’occasione imperdibile per scoprire il rapporto tra colui che è stato definito “l’occhio del secolo” e l’Italia.

 

Henri Cartier-Bresson, Italia, 1951© Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos