L’Università di Padova offre la possibilità a chi sta scontando una condanna di poter studiare e laurearsi. Un’opportunità che, anche quest’anno, la Fondazione Cariparo – con un contributo di 45.000 euro a copertura delle spese relative al materiale per lo studio – sostiene.
La differenza tra un carcere riabilitativo e uno che non lo è? Dare ai detenuti la possibilità di studiare, per esempio.
Nel dicembre del 2003, l’Università degli Studi di Padova ha sottoscritto con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia un protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di portare la formazione universitaria in carcere, promuovendo un’offerta formativa dedicata alle persone in regime di detenzione nell’intero territorio del Triveneto.
Da allora, l’Università di Padova offre la possibilità a chi sta scontando una condanna di poter studiare e laurearsi. Un’opportunità che può contare sul sostegno economico della nostra Fondazione che – anche quest’anno – stanzia un contributo di 45.000 euro a copertura delle spese relative al materiale per lo studio e altri eventuali supporti per chi ne avesse necessità.
Gli studi universitari sono uno strumento fondamentale per favorire il reinserimento sociale delle persone che vivono in stato di detenzione offrendo loro l’opportunità di apprendere e di formarsi.
Il progetto coinvolge tutti gli istituti di pena per adulti di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige e vede l’istituto penale Due Palazzi di Padova come sede principale delle attività accademiche tenute in carcere.
Portare l’Università in carcere, permettendo ai detenuti di studiare e di laurearsi significa offrire un’occasione preziosa di sviluppo umano, che dà loro l’opportunità di utilizzare in modo proficuo il proprio tempo, ponendo le basi per un percorso di integrazione al termine del periodo di detenzione.
— Gilberto Muraro, Presidente Fondazione Cariparo
Sono queste le principali ragioni, continua il professor Muraro, che portano la Fondazione Cariparo a sostenere il Polo universitario in carcere, un intervento che risponde pienamente a una delle linee strategiche che orientano la nostra attività filantropica: l’inclusione sociale, tra i cui obiettivi rientra quello di favorire l’integrazione sociale di persone in condizioni di vulnerabilità e svantaggio.
Per i detenuti, sapere che fuori c’è chi li sostiene, chi crede in loro è un forte incentivo a migliorare, a responsabilizzarsi e a avere maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Laurearsi in carcere: l’esperienza di un detenuto al Due Palazzi di Padova
L’approccio più diffuso allo studio è spesso di tipo utilitaristico: “Mi serve per trovarmi un lavoro”. Ma che cosa spinge un ergastolano a studiare? È voglia di conoscenza e passione per la cultura fine a se stessa? Un mezzo per entrare in relazione con il mondo esterno? Una forma di riscatto sociale?
Lo abbiamo chiesto a Ciro Ferrara che ci ha raccontato i suoi studi universitari compiuti all’interno del carcere Due Palazzi di Padova. Dove è stato da poco proclamato dottore in Filosofia e si è già iscritto a Lettere Moderne… Noi l’abbiamo sostenuto attraverso l’associazione Operatori Carcerari Volontari. E di studenti come lui siamo molto orgogliosi!