Grazie a un percorso promosso da Fondazione Cariparo e realizzato con Fondazione Zancan, il nostro territorio arriva preparato ad affrontare questo importante cambiamento.
Con la legge 328/2000 sono stati creati gli Ambiti Territoriali Sociali, con l’obiettivo di mettere in rete la pianificazione e la programmazione dei servizi sociali delle amministrazioni comunali di un determinato territorio.
L’idea dunque non è nuova, ma è tornata prepotentemente alla ribalta con la Legge di bilancio 2022, al fine di poter erogare nei territori regionali anzitutto i fondi PNRR delle missioni 5 (assistenza sociale) per la disabilità e la non autosufficienza e gli ulteriori fondi ministeriali.
Fondazione Cariparo, in collaborazione con Fondazione Zancan, ha scelto di supportare i comuni delle province di Padova e Rovigo con un percorso di accompagnamento, dedicato ad amministratori, tecnici comunali e operatori sociali. Il percorso è stato finalizzato a rafforzare le competenze presenti negli enti locali e a proiettarle nelle gestioni unitarie che dovranno mettere in campo.
Gli ATS diventeranno così il centro della gestione dei servizi sociali di interesse generale, andando a ottimizzare le risorse a disposizione.
In Italia significa passare da quasi 8000 comuni a circa 600 ATS e, in Veneto, da 560 comuni a 24 ATS.
Ai singoli comuni resterà tuttavia il compito di definire le priorità riguardanti i servizi sociali e finalizzare le risorse necessarie alla garanzia dei LEPS (Livelli essenziali delle prestazioni sociali), valutando anche i risultati economici e sociali degli ATS.
Cosa significa tutto questo in termini di risorse e di spesa?
Nel 2020 la spesa sociale dei comuni veneti (ultimo dato Istat) ammontava complessivamente a oltre 533 milioni di euro. Nel caso delle province di Padova e Rovigo, al netto della spesa per asili nido, ammontava complessivamente a 108,9 milioni di euro, così ripartiti: 17,2 milioni nell’ATS 15 (attualmente coincidente con il territorio del Distretto Alta Padovana dell’Ulss 6), 58,3 milioni nell’ATS 16 (attualmente coincidente con il territorio dei Distretti Padova Terme Colli, Padova Bacchiglione e Padova Piovese dell’Ulss 6), 11,8 milioni nell’ATS 17 (attualmente coincidente con il territorio del Distretto Padova Sud dell’Ulss 6), 16,3 milioni nell’ATS 18 (attualmente coincidente con il territorio del Distretto 1 – Rovigo dell’Ulss 5), 5,3 milioni nell’ATS 19 (attualmente coincidente con il territorio del Distretto 2 – Adria dell’Ulss 5).
Gli ATS dovranno lavorare per colmare le differenze tra le attuali capacità economiche dei diversi Comuni e aiutarli a garantire i LEPS (Livelli essenziali delle prestazioni sociali) nei rispettivi territori.
Non è una missione impossibile grazie ai vantaggi di efficienza che si potranno ottenere gestendo unitariamente le risorse a disposizione. I miglioramenti potranno essere verificati monitorando l’incremento degli indici di costo/risultato e di costo/efficacia delle risposte sociali.
Questi risultati dimostrano come – opportunamente stimolati – i territori siano diventati un laboratorio di sviluppo sociale. Un processo che ha portato a ripensare la gestione degli attuali servizi sociali, per portarli da costo a investimento, con soluzioni auspicate dalla legge regionale che saranno messi a disposizione dell’intero sistema degli ATS del Veneto.