Il progetto DADI_ROOMS diventerà presto realtà. La struttura ricettiva gestita da ragazzi con disabilità è già stata protagonista del programma televisivo L’Italia che fa, andato in onda l’anno scorso su Rai 2. E finalmente è pronta ad aprire le porte.
Nel 2017 la Fondazione Vite Vere Down Dadi, realtà padovana impegnata nell’accoglienza e nell’inclusione di ragazzi con disabilità e sindrome di Down, si era presentata con una scommessa assai sfidante: realizzare in città una struttura ricettiva interamente gestita da ragazzi con disabilità e sindrome di Down. L’abbiamo accettata, sostenendo con 250.000 euro la ristrutturazione dell’immobile che avrebbe ospitato la struttura.
L’iniziativa DADI_ROOMS è stata anche protagonista del programma televisivo L’Italia che fa, andato in onda l’anno scorso su Rai2.
Ma quando ci si imbarca in un’impresa come questa gli imprevisti sono tanti e, spesso, costosi. Per aiutare la Fondazione Vite Vere Down Dadi a percorrere l’ultimo miglio, abbiamo così deciso di sostenere il progetto con un contributo aggiuntivo di 50.000 euro.
E ora, finalmente, è tutto pronto.
Un percorso complesso
Nonostante le criticità sorte durante la fase iniziale del restauro e, non da meno, l’arrivo del Covid-19, i ragazzi di Down Dadi hanno affrontato con serietà e responsabilità la realizzazione dell’iniziativa, destinata ai turisti che verranno a visitare la città del Santo.
La struttura, concessa dalla parrocchia di Santa Sofia, si trova infatti nel pieno centro di Padova.
Attraverso questa iniziativa, valorizziamo l’impegno dei ragazzi di Down Dadi, supportandoli nell’autonomia lavorativa e professionale e, allo stesso tempo, favorendo la loro inclusione nel contesto sociale.
Un Bed and Breakfast in piena regola
Dalla reception all’accoglienza, dalla preparazione delle colazioni al rifacimento delle camere: i ragazzi di Down Dadi gestiranno tutte le attività e i servizi al cliente che comporta una struttura ricettiva, con il supporto e l’affiancamento costante dei loro tutor.
DADI _ROOMS è un progetto innovativo per la città: ad oggi, infatti, non esiste una struttura ricettiva simile nel territorio.
Cinque camere matrimoniali, alcune delle quali mansardate, un’ampia zona giorno, una cucina, oltre ai locali riservati allo staff. Il restauro ha comportato anche il rifacimento strutturale del solaio, del tetto e degli impianti. Tutto portato a termine in poco più di due anni, non senza alcune criticità che la ristrutturazione degli edifici antichi comporta.
La struttura infatti è inserita all’interno di un edificio del 1600, ex Convento delle suore del Monte Gemola, che nel corso degli anni è stato riconvertito a molteplici usi.
Ristrutturazione con sorpresa
E la ristrutturazione ha riservato una sorpresa: nel corso di una demolizione sono venute alla luce due arcate risalenti molto probabilmente al XVII secolo, che sono state inserite nel rifacimento attuale e valorizzate nel contesto dell’edificio.
Ora è tutto pronto per l’avvio del progetto e, covid permettendo, il lancio dell’iniziativa è programmato per questa primavera.
In bocca a lupo, ragazzi!