Sono tantissimi i visitatori passati da Rovigo per scoprire la collezione egizia più consistente del Veneto. E svelare i misteri di due curiosi reperti…
La collezione sconosciuta
Una magnifica e, fino a pochi mesi fa, praticamente sconosciuta collezione che vanta circa 500 pezzi arrivati a Rovigo tra il 1878 e il 1879 grazie a Giuseppe Valsè Pantellini (1826-1890), un avventuroso e intraprendente rodigino, in esilio al Cairo per aver partecipato ai moti d’insurrezione del Polesine nel 1848. Un tesoro eccezionale, talmente ricco che ci sono voluti cinque cassoni per contenerlo tutto. Amuleti, statuette, tavolette con caratteri geroglifici, la maschera funeraria di un faraone, oggetti di età tolemaica, sia di carattere votivo che di uso domestico e altri reperti. Ma soprattutto due mummie.
Il viaggio di Meryt e Baby
Sono questi i nomi che sono stati dati alle due mummie della collezione quando sono state estratte dalle teche nelle quali hanno affrontato un lungo viaggio, che le ha condotte dalle sponde del Nilo a quelle del Po. Meryt e Baby hanno trascorso questi ultimi mesi come autentiche celebrità, dai quotidiani alla televisione, dai social network alle piazze: è tantissima la curiosità che ha circondato le protagoniste dell’esposizione e sono stati migliaia i visitatori accorsi a Rovigo per ammirarle, in una sala a loro dedicata, che chiudeva l’esposizione “Egitto Ritrovato. La Collezione Valsè Pantellini”.
Di Meryt e Baby non si sapeva nulla, non avevano mai lasciato i loro sarcofagi e mai erano state sottoposte a studi ed esami approfonditi che ci potessero dire, ad esempio, da dove arrivano, a che epoca risalgono e più in generale chi siano state in vita. In particolare, Baby sembrava il caso più indecifrabile. La forma particolare e le bende che lo avvolgono non permettevano infatti di avere risposte certe. E alcuni studiosi mettevano addirittura in discussione il fatto che potesse essere un umano.
Oggi però, grazie a strumenti avanzati e alla tecnologia, tecnici e studiosi sono riusciti a chiarire ogni dubbio. Durante il periodo di esposizione le due mummie hanno lasciato temporaneamente Palazzo Roncale per essere trasferite, in tutta sicurezza, all’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Rovigo, dove un team medico specializzato ha eseguito una TAC sui due corpi. Un’esperienza decisamente insolita per i medici, non capita spesso di eseguire questi esami su persone morte migliaia di anni fa!
Ebbene, quali tra i misteri che avvolgono le due mummie hanno svelato questi esami?
Le risposte cominciano ad arrivare…
Meryt è stata una giovane donna, tra i 18 e i 25 anni. Al momento della morte era in buona salute e, quindi non è morta di parto come alcuni avevano presupposto. Baby invece è un neonato, probabilmente una femmina, di età compresa tra i pochi mesi e l’anno di vita. Entrambe hanno subito alcuni dei più noti interventi di mummificazione, che a sentirli oggi fanno rabbrividire. Gli interventi subiti da Meryt e Baby vanno dall’eviscerazione con inserimento di bende all’interno del corpo all’estrazione del cervello attraverso il naso. Per la civiltà egizia la mummificazione è stata una vera e propria arte, iniziata come rituale riservato al sovrano e alla sua famiglia, ed estesa poi anche ai nobili e ai ricchi in generale.
I medici dell’Ospedale di Rovigo però non sono stati gli unici esperti ad avere avuto un contatto diretto con le mummie. Anche la Polizia Scientifica ha svolto le sue indagini sui reperti e dopo aver rilevato tutti i dati necessari, misurato i corpi e fotografato ogni centimetro delle mummie sotto gli occhi affascinati dei visitatori di Palazzo Roncale, ha lavorato utilizzando la tecnica della fotogrammetria per realizzare una ricostruzione tridimensionale del corpo e del volto di Meryt e Baby.
Ad operare è stata l’Area Fotografica BPA e Ricostruzioni 3D del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica per il Triveneto di Padova, diretto dal Primo Dirigente della Polizia di Stato Dr. Nicola Gallo. Per il risultato finale dovremo aspettare ancora un po’ ma intanto abbiamo già un’idea di come potevano essere questi due egizi.
Il “medico” delle mummie
I misteri delle due mummie dell’Accademia dei Concordi iniziano a svelarsi. Nel frattempo si è presa cura di loro Cinzia Oliva, tra i massimi esperti in Italia del settore e attiva presso il Museo Egizio di Torino. In un ambiente tecnologico, appositamente creato a Palazzo Roncale, la restauratrice ha eseguito l’intervento sotto lo sguardo dei tantissimi visitatori affascinati e incuriositi dalla novità.
Ma in cosa consiste esattamente il restauro di una mummia? Sentiamolo direttamente da chi ci ha lavorato!
Terminato il lavoro sulle mummie, il restauro continuerà a Torino e interesserà i tessuti e gli altri reperti ritrovati sotto ai due corpi il giorno dell’apertura delle teche.
Adesso che il mistero è quasi risolto cosa succederà?
Meryt e Baby si stanno preparando a partire per un lungo viaggio. Un luogo lontano, ancora più lontano del continente africano. La loro prossima tappa infatti le porterà in Cina, dove – insieme agli altri reperti della collezione egizia veneta esposti a Palazzo Roncale – diventeranno le protagoniste di una mostra sull’Antico Egitto che farà tappa in quattro prestigiosi musei cinesi. Si comincia con uno dei musei più famosi della Cina, l’Hubei Provincial Museum di Wuhan, dove brilleranno circondate da un patrimonio di oltre 200.000 oggetti, tra cui la celebre Spada di Goujian, un’antica serie di campane di bronzo e i numerosi manufatti della Tomba del Marchese Yi di Zeng e delle tombe di Baoshan.
Adesso non ci rimane che augurare a Meryt e Baby un buon viaggio! Noi le aspettiamo al loro rientro da questa “tourné”, nel 2019, quando troveranno una sistemazione permanente a Palazzo Roverella, accompagnate dal resto dei reperti egizi, romani, preromani e dell’età del bronzo della collezione archeologica dei Concordi.