Il 15 ottobre alle ore 17.45 nell’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano a Padova (Via Altinate 71) Grossi e Settis, intervistati dalla giornalista di Sette – Corriere della Sera Eliana Liotta, si confronteranno sullo stato del patrimonio culturale italiano. A guidarli sarà una domanda di fondo: conservare o valorizzare?
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L’Italia è un Paese ad altissima concentrazione di beni culturali, storia e arte, come dimostra, tra le altre cose, il fatto che possiede il più alto numero di beni iscritti nella Lista del Patrimonio Unesco: 51 siti, pari al 5% del totale mondiale. Non c’è comune che non abbia un teatro, un museo o una biblioteca.
Leggendo l’11° Rapporto Annuale Federculture 2015, presentato a luglio, si avvertono note di speranza. La fase peggiore della crisi sembra passata e anche nel settore culturale si avvertono i primi segnali di ripresa. Gli anni analizzati nel precedente Rapporto, 2012 e 2013, avevano segnato per la spesa e la fruizione culturale un vero e proprio crollo.
L’andamento delle risorse pubbliche e private destinate al finanziamento delle attività di tutela e valorizzazione della cultura ha seguito negli anni recenti i trend dettati dalla crisi. La situazione ora sembra consolidata soprattutto per quanto riguarda il versante pubblico: lo stanziamento del MiBACT è stabile intorno ai 1.500 milioni di euro l’anno (che tuttavia rappresentano solo lo 0,13% del PIL e lo 0,19% del bilancio dello Stato), così come il Fus è bloccato a 406 milioni di euro.
Dopo un prolungato calo, risale a quasi 2 miliardi l’anno, +2,8%, la spesa in cultura dei Comuni, mentre diminuiscono del 18% gli investimenti delle Province sulle quali, peraltro, grava la scure di una riforma che sottrae a questi enti territoriali proprio le competenze in cultura.
Partendo dal dato di fatto costituito dalla scarsità di risorse economiche disponibili, dovremmo investire di più nella conservazione o nella promozione del nostro patrimonio artistico? E, se si ritiene opportuno investire in entrambi, in che misura dovremmo finanziare l’uno e l’altro?
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